Nuovo studio sul dimorfismo sessuale
nel cervello di 650 volontari
GIOVANNI ROSSI
NOTE E NOTIZIE - Anno XVI – 11
maggio 2019.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia).
Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società,
la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
La definizione e la caratterizzazione
delle differenze fra uomini e donne nelle prestazioni cognitive a compiti
standard ha una storia ormai consolidata da decenni, e la maggior parte dei
ricercatori concorda nel riconoscere l’esistenza di un dimorfismo,
rappresentato da due profili, ciascuno dei quali corrisponde a un sesso per
netta prevalenza. La prima determinazione rigorosa di questa dicotomia
prestazionale si fa in genere risalire agli studi di Doreen
Kimura[1].
Introducendo uno studio sul connettoma cerebrale di maschi e femmine, determinato con
DTI (diffusion tensor imaging), qualche anno fa Diane Richmond proponeva questa efficace sintesi concettuale
del cammino recente della ricerca:
“Le differenze
cerebrali fra i sessi costituiscono da sempre una materia di grande interesse
generale e non solo neuroscientifico, sia per la curiosità relativa ad un
possibile rapporto fra il fenotipo sessuale del cervello e le differenze di
genere attribuite in prevalenza a fattori culturali, sia perché trovare un
fondamento biologico per uno “stile mentale sessuale” potrebbe avere rilevanza
giuridica e medico-legale, oltre che psicologica e psichiatrica. Per molto
tempo si è cercato di identificare e caratterizzare un dimorfismo sessuale
nell’anatomia macroscopica dell’encefalo; poi l’attenzione è stata maggiormente
focalizzata su neurotrasmettitori, recettori ed altri aspetti neurochimici;
infine, l’oggetto principale delle possibili differenze è stato ricercato nel
modo in cui i sottosistemi neurali realizzano le connessioni nelle aree
rilevanti per i processi cognitivi ed affettivo-emozionali”[2].
Negli anni recenti è stato
dimostrato che le differenze nella cognizione legate al sesso sono rilevanti
per gli studi sulla neurotipicità cerebrale e sui
disturbi psichiatrici, che presentano notevoli disparità nell’incidenza, nella
prevalenza e nella gravità dei sintomi fra uomini e donne. Mentre il dimorfismo
strutturale del cervello umano, con tutte le eccezioni e le particolarità
rilevate, è ben definito e accettato dai ricercatori, sull’esistenza e l’entità
di reali differenze nella fisiologia cerebrale fra i due sessi della nostra
specie vi sono controversie, dibattiti e opinioni discordi nella comunità
neuroscientifica.
Un nuovo studio che affronta il
problema di identificare e definire con la maggior precisione possibile le
specificità funzionali legate al sesso, ha analizzato in resting state, mediante fMRI (functional magnetic resonance imaging),
l’encefalo di 650 giovani adulti neurotipici. I
risultati evidenziano l’importanza del sesso come variabile biologica della
fisiologia cerebrale.
(Lacy N. et al., Multilevel
Mapping of Sexual Dimorphism in Intrinsic Functional Brain Networks. Frontiers
in Neurosciences - Epub ahead of print doi: 10.3389/fnins.2019.00332. eCollection,
2019).
La provenienza degli autori è la seguente: Department
of Psychiatry and Behavioral Sciences, University of Washington, Seattle, WA
(USA); Department of Applied Mathematics, University of Washington, Seattle, WA
(USA); Mind Research Network, Albuquerque, NM (USA); Department of Electrical
and Computer Engineering, University of New Mexico, Albuquerque, NM (USA).
Lo studio di Lacy
e colleghi si è prefisso lo scopo di determinare il grado di dimorfismo sessuale presente nelle grandi reti neuroniche
alla base del funzionamento intrinseco
cerebrale, osservato mediante fMRI in stato di
riposo, in 650 giovani adulti con struttura normale del sistema nervoso, non
affetti da patologie rilevabili e divisi in due gruppi per sesso, con età ed
altri caratteri corrispondenti. È stato realizzato un modellamento multilivello
per creare modelli “8-network”, “24-network”, “51-network” dei dati dell’intero encefalo, al fine di quantificare gli
effetti associati al sesso nell’attività di rete con risoluzione crescente.
Lacy e colleghi hanno accertato che un definito dimorfismo sessuale è presente
nella maggioranza delle reti intrinseche cerebrali e riguarda circa lo 0.5-2%
delle sedi encefaliche prescelte nei tre modelli di whole brain network. Il dimorfismo sessuale è risultato particolarmente
comune nelle reti di controllo positive al compito e pervasivo tra i circuiti
appartenenti alla rete di default
(DMN, da default mode network).
Le dimensioni degli effetti
associati al sesso variavano da rete a rete, ma la loro entità era da moderata
a grande. Gli effetti femmina ˃ maschio erano mediamente più grandi, ma
gli effetti maschio ˃ femmina si diffondevano maggiormente nel territorio
della rete.
I ricercatori, usando una nuova
metodologia, hanno mappato localizzazioni dimorfiche per meta-analytic association
test maps derivate da compiti fMRI,
dimostrando che l’impronta neurocognitiva dei
correlati neurali è più grande nei maschi.
Tutti i risultati sono stati
replicati in un sottoinsieme del campione corrispondente per movimento.
Lacy e colleghi concludono osservando che i dati rilevati nello studio indicano
che il sesso è una variabile biologica importante nella fisiologia del cervello
umano, e suggeriscono che le differenze osservate nelle prestazioni neurocognitive hanno intrinseci e identificabili correlati
neurali.
L’autore della nota ringrazia
la dottoressa Isabella Floriani per la correzione
della bozza e invita alla
lettura delle numerose recensioni di argomento connesso che appaiono
nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella
pagina “CERCA”).
Giovanni Rossi
BM&L-11 maggio 2019
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BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience,
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data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione
scientifica e culturale non-profit.
[1] L’elenco parallelo dei compiti
in cui prevale ciascuno dei due sessi, sulla base degli studi condotti dal
gruppo della compianta psicologa canadese, è fornito nell’articolo di Nicole Cardon e Giuseppe Perrella, Il sesso del cervello: miti e realtà, che costituisce il secondo di
due scritti presentati nella scheda introduttiva dal titolo “Sesso e Cervello”
pubblicata nella sezione “AGGIORNAMENTI” del sito.
[2] Note e Notizie 25-01-14 Sorprendenti differenze fra uomini e donne nel connettoma cerebrale.